ULTIME NEWS
Home > Cronaca e Attualità > Sparatoria Palazzo Chigi: Luigi Preiti pentito chiede perdono a Giangrande
Sparatoria Palazzo Chigi: Luigi Preiti pentito chiede perdono a Giangrande

Sparatoria Palazzo Chigi: Luigi Preiti pentito chiede perdono a Giangrande

Circa un anno fa i giornali riportavano la notizia di una sparatoria davanti Palazzo Chigi; Luigi Preiti, il responsabile dell’accaduto, è oggi pentito del suo gesto e chiede perdono all’agente Giuseppe Giangrande, da lui ridotto quasi in fin di vita.

Era il giorno in cui Letta si insediava al governo, il 28 marzo 2013, e davanti a Palazzo Chigi c’era un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Molti i cittadini assiepati davanti al portone. Tra questi c’era Luigi Preiti, un muratore armato di pistola che improvvisamente iniziò a sparare.

Durante questo raptus di follia l’uomo non riuscì, come era suo intento fare, a colpire i politici, ma soltanto un carabiniere, Giuseppe Giangrande. Luigi Preiti venne subito arrestato e condannato a 16 anni di carcere. Oggi l’uomo spiega il perché del suo gesto.

Prima motivazione addotta dal muratore è quella relativa alle sue generali condizioni di vita; Preiti non aveva un lavoro, era povero e lo Stato gli impediva di vedere il figlio avuto dalla sua ex moglie. Da qui il generale stato di prostrazione e rabbia che hanno spinto l’uomo ad un gesto criminale.

Preiti non si sentiva per niente tutelato da quello Stato a cui, nonostante tutto, pagava le tasse, di cui rispettava le leggi. Aveva deciso di colpire allora un politico, non gli importava nemmeno che fosse uno piuttosto che un altro, appartenente alla destra o alla sinistra.

Colpì invece i carabinieri. Fu un gesto non voluto che però causò il ferimento grave di Giuseppe Giangrande che, dopo più di un anno in bilico tra la vita e la morte, sembrerebbe essersi ormai salvato. Preiti chiede a quest’ultimo il perdono (che non ottiene).

Spiega infine di essersi pentito ma di avere delle attenuanti; era depresso e se ne aveva occasione faceva uso di droghe che gli sollevavano il morale per qualche ora, ma poi ne opprimevano l’animo più di prima. Preiti ora confida nella sentenza di appello.

About Fabio Porpora

Lascia un commento