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Tagli agli stipendi: contestazione alla Camera

Tagli agli stipendi: contestazione alla Camera

L’Ufficio di presidenza della Camera e del Senato ha dato il suo via libera ai tagli agli stipendi per i dipendenti di Montecitorio. Restano ora da decidere i tetti massimi delle retribuzioni (escluso quello per i consiglieri, che è già stato stabilito in 240000 euro), che verranno stabiliti mantenendo i rapporti retributivi tra le diverse categorie professionali che ci sono oggi.

Il documento, approvato nonostante il voto contrario di Fratelli d’Italia e l’astensione della Lega, giustifica il provvedimento riportandolo nell’ottica della revisione della spesa pubblica, resa necessaria dalla crisi sociale ed economica, a cui anche il Parlamento deve dare il suo contributo contenendo i propri costi di funzionamento.

All’uscita dall’Ufficio di presidenza, i membri (soprattutto Marina Sereni, che ha la delega sul personale, ma anche i grillini Di Maio e Fraccaro) sono stati accolti dai dipendenti di Montecitorio con un lungo applauso polemico e con dei complimenti ironici e pieni di sarcasmo, ed è la prima volta che all’interno della Camera si verifica una contestazione di questo tipo.

Il presidente della Camera ha in seguito emesso una nota nella quale sottolinea l’importanza del provvedimento dell’Ufficio di presidenza: è anche un modo per rafforzare le istituzioni, mettendole in sintonia con il momento difficile che sta passando il Paese.

Laura Boldrini non ha gradito le proteste dei dipendenti della Camera, che sono invitati a guardare il mondo reale: mentre loro contestavano all’interno del Parlamento, fuori in piazza si erano radunati i lavoratori per protestare contro il mancato finanziamento della cassa integrazione in deroga; ci vuole senso di responsabilità e la collaborazione di tutti per raggiungere con i risultati migliori il nuovo volto del Parlamento.

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