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Google rivendica il diritto di notificare: l’altra faccia del diritto all’oblio

Google rivendica il diritto di notificare: l’altra faccia del diritto all’oblio

Da un paio di mesi Google, il motore di ricerca più utilizzato nel mondo, ha dovuto introdurre il cosiddetto diritto all’oblio, ovvero la possibilità per chiunque di chiedere la cancellazione dei link che lo riguardano dai risultati della ricerca.

Una splendida cosa in un momento in cui la rete offre a tutti la possibilità di conoscere la vita di qualsiasi persona: l’opportunità di ripulire la propria identità virtuale è però giustamente vincolata al giudizio da parte di un team di Google che esamina le richieste arrivate tramite il form (accompagnato dalla firma digitale e dalla scansione di un documento) che indica quali link si desidera far cancellare, per quali chiavi di ricerca e il motivo.

Oggi Google ha rivendicato il suo diritto di notificare, cioè la sua esigenza di comunicare ai proprietari e gestori dei siti web che alcune loro pagine sono scomparse dalla Serp in seguito all’accettazione di una richiesta di oblio. Molti vedono in questa notifica una violazione della privacy di chi ha chiesto la cancellazione delle pagine.

Il colosso di Mountain View giustifica questa sua rivendicazione con una doppia motivazione: innanzi tutto è giusto che chi si occupa in prima persona di un sito debba essere informato della sparizione delle sue pagine e poi in questo modo si evita che qualcuno abusi dello strumento offerto dal diritto all’oblio (potrebbe essere utilizzata per creare danno ai concorrenti). Inoltre Google riceverebbe delle risposte dai webmaster, in modo da poter migliorare il processo di valutazione delle richieste.

Fino al 18 luglio le richieste di cancellazione arrivate a Google sono state 91000 e riguardavano 328000 pagine; Francia e Germania i paesi con maggiori domande (17500 e 16500); l’Italia è solo al quinto posto con 7500 richieste. La richiesta è stata accolta con successo nel 53% dei casi e respinta nel 32%; per il restante 15% Google si è riservato la possibilità di chiedere maggiori informazioni.

Ricordiamo che il diritto all’oblio è valido solo all’interno dell’Unione Europea, e Google manderà una squadra di consulenti in giro per l’Europa per affrontare pubblicamente l’argomento. L’Italia sarà la seconda tappa degli esperti con l’incontro di Roma il 10 settembre.

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