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Italia in recessione, lettera di Renzi a maggioranza

Italia in recessione, lettera di Renzi a maggioranza

L’Istat ha diffuso ieri dei dati allarmanti sul Pil, che nel secondo trimestre ha registrato un -0,2% (dato decisamente inferiore rispetto alle attese, il peggiore degli ultimi 14 anni), definendo l’Italia in recessione; immediatamente Renzi ha scritto ai parlamentari della maggioranza una lettera in cui avvisa che non bisogna nascondersi dietro difese d’ufficio, ma rimboccarsi le maniche per cambiare l’Italia e farla uscire dalla crisi.

La lettera si incentra sui “Mille Giorni”, definiti da Renzi come la possibilità concreta di dare lo slancio alla crescita e alla speranza; bisogna andare avanti senza esitazioni, il processo della riforme deve proseguire, la spending review è una scelta politica con degli obiettivi da mantenere e che non possono essere rinviati.

Tra le misure che intende adottare il Governo c’è la riduzione delle tasse per gli appartenenti ai ceti medio-bassi (per un totale di 10 miliardi di euro all’anno) e l’abbassamento del 10% dell’Irap; il Presidente del Consiglio li definisce come provvedimenti storici, ma non sufficienti, per questo è già stato approvato il Decreto Poletti e bisogna dare una decisa accelerata al disegno di legge delega alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.

Nella lettera non mancano i riferimenti alla riforma costituzionale che si sta discutendo al Senato ed è quasi pronta per il voto finale e allo Sblocca Italia, definito impegnativo ma affascinante (proprio riguardo allo Sblocca Italia il leader del Nuovo Centrodestra Alfano chiede di inserirvi il superamento dell’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori, sarebbe una misura contro la rassegnazione in questa Italia in recessione).

Intanto nelle Aule prosegue il percorso delle riforme: la Camera conferma la fiducia sulla riforma della Pubblica Amministrazione (346 sì, 177 no, 8 astenuti) che verrà definitivamente approvata oggi, mentre al Senato domani inizieranno le dichiarazioni di voto per il voto finale sulle riforme costituzionali (oggi seduta no-stop decisa dopo i nuovi tumulti in Aula a seguito della sconfitta del Governo su un emendamento proposto da Sel).

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