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Gravina di Puglia, Ciccio e Tore: grosso risarcimento per il padre

Gravina di Puglia, Ciccio e Tore: grosso risarcimento per il padre

Ciccio e Tore, i due fratellini originari di Gravina di Puglia, sono morti a causa di un incidente e non perché uccisi da qualcuno. Il padre, accusato a vario titolo di aver avuto un ruolo nella morte dei due bambini, riceverà presto un grosso risarcimento.

Era il giugno del 2006 quando, improvvisamente, si persero le tracce di Ciccio e Tore. Dopo un pomeriggio spensierato trascorso a giocare con gli amici, i bambini non fecero ritorno a casa. Iniziarono le ricerche, ma dei due fratellini non si riuscirono a reperire notizie fino all’aprile 2008.

In quella data arrivò la temuta conferma che la morte di Ciccio e Tore non era solo la più pessimistica delle previsioni, ma anche la più atroce delle verità. I corpi dei bambini vennero ritrovati in un pozzo molto profondo; sicuramente i fratellini morirono di stenti.

Madre e padre di Ciccio e Tore, si addossarono reciprocamente colpe e responsabilità. La giustizia credette alle accuse della donna ed arrestò Filippo Pappalardi con l’accusa di aver sequestrato e poi ucciso i suoi figli. L’omicidio sarebbe avvenuto per motivazioni non meglio definite.

Dopo aver trascorso un periodo della sua vita tra le pareti del carcere, Filippo è stato scagionato; l’uomo non ha alcuna responsabilità per la morte di Ciccio e Tore, vittime semmai di un incidente. Oggi lo Stato deve risarcire Pappalardi per il danno ingiustamente arrecatogli.

La difesa ha ottenuto per il padre di Ciccio e Tore un grosso risarcimento dovuto ai danni morali, fisici, personali, economici e alla lesione dell’immagine. Tutto ciò è accaduto dopo aver effettuato le autopsie sui corpidei ragazzini ed aver appurato che la loro morte è dovuta ad un incidente.

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