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Giocatori di 79 Paesi tesserabili come comunitari: occhio alla Convenzione Cotonou

Giocatori di 79 Paesi tesserabili come comunitari: occhio alla Convenzione Cotonou

Ancora problemi per il nuovo presidente della FIGC Carlo Tavecchio: dopo la squalifica in campo internazionale per sei mesi causata dalla sua battuta infelice sul fantomatico Optì Pobà, il ritorno di una vecchia questione potrebbe intralciare il suo progetto di riforma del calcio italiano: la Convenzione Cotonou.

Questa convenzione (molti la chiamano la Bosman 2.0) era già stata oggetto di una richiesta della Lega di Serie A alla FIGC l’nno scorso, ma molto porbabilmente il discorso verrà ripreso molto presto. In cosa consiste la Convenzione Cotonou? è un accordo che, mirando al miglioramento dello sviluppo, del commercio, degli investimenti e dei diritti umani equipara i cittadni di 79 Paesi dell’area africana, caraibica e pacifica ai cittadini comunitari.

Nel nostro Paese la Convenzione è già stata adottata due anni fa dalla Federbasket, mentre nel mondo calcistico alcuni dei campionati più importanti (come la Liga spagnola, la Bundesliga tedesca e la Ligue 1 francese) l’hanno già adottata da tempo.

Se la Convenzione Cotonou venisse adottata anche dalla nostra Serie A le conseguenze potrebbero essere di enorme entità se consideriamo che allo stato attuale i club possono tesserare solo due extracomunitari (anche se spesso la regola viene aggirata scavando in alberi genealogici più o meno credibili alla ricerca di ascendenze comunitarie).

Squadre che fanno della loro rete di scouting la loro forza (ad esempio l’Udinese) per cercare giocatori a basso costo in campionati poco consociuti potrebbero ricevere un grosso vantaggio, ma tutti i discorsi fatti sulla necessità di ridurre il numero degli stranieri nel nostro campionato verrebbero a crollare.

La proposta di Tavecchio (e Lotito) di portare a 25 il numero massimo dei giocatori in rosa e dare più spazio ai giovani dei nostri vivai magari inserendo un numero minimo di italiani in squadra potrebbe risultare incompatibile con l’adozione della Convenzione. Ancora una volta il calcio italiano dovrà studiare una nuova soluzione per cercare di rilanciarsi dopo la pessima esperienza del mondiale brasiliano.

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