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Esselunga, Caprotti in causa con i figli

Esselunga, Caprotti in causa con i figli

Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, ha spiegato al pm i motivi del contenzioso con i figli:

“Non posso lasciare un’azienda nelle mani di persone che non sono responsabili. Sulle quote fiduciarie non era una questione personale, dovevo pensare alla governance e sotto questo profilo ho ritenuto che Violetta e Giuseppe non fossero abbastanza responsabili”.

Caprotti così parlava al pm quando poco più di un anno aveva denunciato il figlio Giuseppe per diffamazione.

Figlio ora rinviato a processo per un’intervista pubblicata su un settimanale e delle dichiarazioni che aveva riportato sul proprio blog contro il padre.

L’89enne imprenditore aveva spiegato al pm lo scorso dicembre, in merito al contenzioso con i due figli sulla proprietà delle azioni del gruppo, che il figlio Giuseppe “va via nel 2004 continua a percepire uno stipendio di un milione e mezzo all’anno fino al 2008, regalando la casa degli avi, quella di Albiate, e a Violetta il castello sul Lago di Ginevra. Se ne è andato a Pasqua 2004, offeso perché avevo licenziato i suoi uomini. Ma noi tenemmo il suo ufficio intatto, chiuso, per sei anni in attesa che tornasse perché era l’unico figlio maschio che avevo. Nel settembre esce un articolo che mi descrive come “allergico ai figli”, “Crono che mangia i suoi figli””.

Bernardo Caprotti ha deciso di  sporgere querela contro il figlio per fare sapere “la verità. Voglio un rimedio al danno arrecato alla mia reputazione. Non ho interesse a un processo per diffamazione, desidero che si ristabilisca la verità almeno su quei fatti. Non si può continuare a farmi passare come un individuo immondo”.

Un processo che per Giuseppe Caprotti avrà inizio il prossimo 8 giugno. Accusato di diffamazione via internet per aver affermato “che il padre, dopo la sua assunzione in Esselunga, lo aveva fatto sottoporre a una perizia psichiatrica ed in occasione di un dissidio tra i suoi fratelli Guido e Claudio e la madre Marianne,  buttò letteralmente quest’ultima fuori casa, nonostante lei cercasse di resistere. Il clima diventò pesantissimo e lei fu costretta a trasferirsi da alcuni conoscenti”.

Episodi naturalmente smentiti da Bernardo Caprotti davanti al pm.

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