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Berlusconi-Renzi: bipolarismo e crisi di governo alle porte?

Berlusconi-Renzi: bipolarismo e crisi di governo alle porte?

L’incontro che si è tenuto oggi fra i due leader dei più “noti” partiti politici italiani, rappresenta una svolta della politica, che si appresta a cambiare.

E’ questo quello che emerge dalle dichiarazioni del segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, che ha voluto sottolineare come questo incontro sia fondamentale per poter evitare di andare nuovamente al governo con Berlusconi.

Dal suo canto, il leader di Forza Italia, alla guida di una “forza politica” sempre più misteriosa, sottovalutata nei sondaggi, ma poi sempre in prima linea allo spoglio nelle elezioni, è stato coinvolto per poter sbloccare finalmente un argomento, quello della legge elettorale, di estrema importanza, a maggior ragione dopo il pronunciamento della Consulta in merito all’incostituzionalità della normativa in questione.

Quello che però salta agli occhi, è evidente che va a riferirsi non tanto all’atteggiamento di Renzi, sempre più lontano dal motto “il nuovo che avanza”, almeno dopo le prime settimane di lavoro, quanto al fatto che ancora una volta, al centro della politica italiana, ed al centro delle decisioni peculiari per le sorti del paese, vi sia sempre Berlusconi. Il leader di Forza Italia, ricordiamo, è stato condannato per frode fiscale, è stato espulso dal Senato dopo la sua decadenza, e risulta ancora rinviato a giudizio per decine e decine di processi, purtroppo a tutti noti, ma spesso dimenticati.

Com’è possibile che le sorti dell’Italia siano sempre gestite da questa persona, comunque al centro, nel bene e nel male, della politica e delle decisioni più importanti? Come mai Renzi non ha provato quantomeno ad aprire la porta al Movimento 5 Stelle, che forse tutti dimenticano, è il gruppo politico in assoluto più votato alle ultime elezioni? Come si fa a discutere del destino dell’Italia, senza prendere in considerazione più di 1/3 delle preferenze degli italiani?

Evidentemente il nuovo che avanza non è altro che un continuo della vecchia politica. Riaffermazione del bipolarismo, eliminazione del bicameralismo perfetto (ma con un Senato comunque operativo e “pagato”), possibilità di preferenze (reali?) e quant’altro.

Fino a quando saranno sempre gli “stessi” a decidere, purtroppo non vedremo mai il cambiamento alle porte. La crisi di governo, forse questa, è imminente; ma cosa cambierà? Attendiamo la conferenza stampa conclusiva dell’incontro, il solito gioco di parole, che dimostrerà che dopo tutto, non è cambiato niente.

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