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Il Piano casa è il recente provvedimento, di sicuro innovativo, che allarga le possibilità proposte ai cittadini ed alle imprese di intervenire sull’edilizia che già esiste a vantaggio in particolar modo dell’offerta abitativa di abitazioni abusive.
Nel dettaglio, il provvedimento si applica a tutti gli edifici che sono stati prodotti in modo del tutto legale ma altresì a quelli che hanno comprato il titolo abilitativo, grazie ad una sanatoria, e si può applicare anche a quelli non ultimati, a patto che abbiano il titolo abilitativo edilizio.
La legge concede la possibilità di ampliamento alle abitazioni esistenti in zone agricole e a quelle che rientrano nelle aree naturali protette, senza più alcuni limiti di metri quadrati ma solo di percentuale di ampliamento, fissata al 20%.
Si tratta quindi di un incentivo nei confronti dell’emergenza abitativa, ed è pertanto un modo per lottare l’abusivismo proponendo dei bonus a vìfavore della legalità: certo, la legalità dovrebbe essere qualcosa di interno alla persona, non qualcosa di stimolato, ma pur di raggiungere questo obiettivo il governo ha messo a disposizione il Piano casa.
Alcune delle novità del pacchetto cominceranno con effetto immediato, come ad esempio l’inedito bonus mobili, i cambiamenti alla disciplina della cedolare secca al 10% e la lotta contro le case abusive.
Il Piano Casa in questione in totale ha un valore di circa un miliardo e 800 milioni di euro ed intende raggiungere tre scopi, ossia il sostegno all’affitto a canone stabilito, l’allargamento dell’offerta di alloggi popolari e la possibilità di aumentare la produzione dell’edilizia residenziale sociale.
