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Silvio Berlusconi, scandalo escort: rinvio a giudizio e induzione a mentire

Silvio Berlusconi, scandalo escort: rinvio a giudizio e induzione a mentire

Per Silvio Berlusconi, ex premier coinvolto nello scandalo delle escort (tra la quali era presente Ruby) e adesso accusato anche di induzione a mentire, la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio. La situazione per il Cavaliere sembrerebbe complicarsi notevolmente.

Qualche anno fa si parlò di un festino a luci rosse che Berlusconi avrebbe organizzato nella sua abitazione di Arcore. Alla serata, secondo l’accusa, parteciparono delle prostitute. Ad esse si accompagnarono ragazze ancora minorenni indotte, ancora secondo l’accusa, alla prostituzione.

Una di queste era Ruby. Scoppiò immediatamente uno scandalo. Berlusconi venne accusato di vari reati gravissimi punibili con una pena di 7 anni di reclusione. Oggi a quei reati imputati al Cavaliere, se ne aggiungono altri, quali quello dell’induzione a mentire.

Berlusconi, per arginare lo scandalo, avrebbe corrisposto un pagamento a Gianpaolo Tarantini il quale, in cambio, sarebbe stato sollecitato a mentire relativamente alle ragazze portate ad Arcore durante i presunti festini a luci rosse. La nuova udienza preliminare è fissata per il 14 novembre.

Stavolta Berlusconi sarà giudicato dal Tribunale di Bari. L’accusa ha già preannunciato che chiederà per l’ex premier la conferma dei 7 anni a cui era stato precedentemente condannato dal Tribunale di Milano. I reati ascritti saranno quelli di concussione, prostituzione minorile e induzione a mentire.

Ancora l’accusa afferma che, dato il tipo di reato commesso da Berlusconi, non potrà essere riconosciuta alcuna attenuante. La pena, per quanto apparentemente severa, visto anche il ruolo di premier ricoperto al momento dello scandalo, è a detta dell’accusa più che giusta.

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