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Pompei, dopo i crolli, l’assalto ai fondi dell’UE

Pompei, dopo i crolli, l’assalto ai fondi dell’UE

A Pompei si attendono i fondi dell’UE, a breve, probabilmente per gli inizi di marzo, dovrebbero cominciare i lavori all’area archeologica. La cifra indicata dall’UE si aggira attorno ai 105 milioni di euro.

Grande rimane, nel frattempo, la preoccupazione per lo stato dello scavo archeologico e la paura di eventuali altri crolli in vista dell’arrivo dell’inverno e quindi delle piogge. Molte, sono state, nelle ultime settimane, le segnalazioni di crolli, alcune vere, altre false, ma di certo la più grave riguarda quella che l’anno scorso distrusse la Schola Armaturarum.

I lavori che ovviamente riguarderanno la messa in sicurezza di uno dei siti archeologi più grandi e più belli che ci siano al mondo, di sicuro non saranno di facile gestione.

In molti già si chiedono come verrà spesa la cifra stanziata dall’UE. All’interno di un complesso meccanismo che vede coinvolti la Soprintendenza, ormai indebolita, e politici locali e nazionali. Si affollano così una quantità di persone interessate a Pompei.

Troppi gli interessi politici e affaristici.

Dai sindaci della città al vescovo. Forte è anche il peso di alcune sigle sindacali, e non da poco è il ruolo dei potenti bancarellari o dei posteggiatori che hanno praticamente il possesso dell’aria circostante il sito.

Il sottosegretario ai Beni culturali Riccardo Villari, attacca senza mezzi termini l’attuale soprintendente, Teresa Cinquantaquattro, la stessa che dovrebbe gestire i 105 milioni e si propone interlocutore dell’Unesco, che nei mesi scorsi ha redatto un rapporto molto critico su come il ministero è intervenuto a Pompei.

Villari pero’ nel frattempo si è messo a capo di un gruppo d’imprenditori, interessati più che a salvare Pompei, a costruire fuori degli scavi: alberghi, ristoranti, strade, parcheggi. Che cosa resti di questa articolata architettura, una volta dimesso il governo Berlusconi, non è chiaro. Ma molti temono che non svanisca nel nulla.

Questi gli scenari che preoccupano Pompei. Tornano quindi i fantasmi di una gestione commissariale sotto altre vesti, di soprintendenti molto volatili e deboli (come avvenuto negli ultimi due anni). Si agitano personaggi di primo e secondo piano della politica che qui, avvicinandosi elezioni, giocano destini personali. La settimana scorsa il commissario Hahn ha visitato Pompei per la prima volta. L’ha girata incantato per ore, fino al tramonto, sconvolgendo il protocollo. “I soldi arriveranno”, ha ripetuto, “ma la commissione vigilerà che vengano spesi bene”. Il problema è che ancora non si sa come.

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