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Roma, Teatro dell’Opera: evitata liquidazione, trovato accordo

Roma, Teatro dell’Opera: evitata liquidazione, trovato accordo

Il prestigioso Teatro dell’Opera di Roma ha rischiato di andare incontro alla liquidazione (ormai evitata); soltanto nella tarda serata di ieri si è diffusa la notizia che le parti in causa avrebbero trovato un accordo. Molti gli scioperi e le proteste messe in atto dagli artisti prima di trovare un’intesa con sindacati ed enti statali.

Il Teatro dell’Opera di Roma ha vissuto un’estate rovente. Lo staff tecnico ha infatti protestato più volte contro il piano industriale e, dopo parecchi tentativi falliti di trovare un’intesa con i sindacati, aveva optato per la liquidazione amministrativa coatta.

Al culmine della protesta il Teatro dell’Opera di Roma ha offerto al pubblico una messa in scena gratuita della Bohéme in cui gli attori venivano accompagnati soltanto dal pianoforte. Ciò per opporsi alla pratica avallata dai sindacati di assumere musicisti a chiamata e raramente professionisti.

Il sopraintendente ai beni culturali di Roma, Carlo Fuortes, ha quindi proposto un nuovo piano industriale che prevede il rispetto degli standard salariali e il ridotto ricorso a licenziamenti o all’assunzione di musicisti a chiamata. Lo staff del Teatro dell’Opera ha approvato l’accordo.

Inizialmente contrari al piano industriale erano i sindacati. Ma, dopo l’incontro di ieri di CGL, CISL e UIL con l’assessore alla cultura di Roma, la situazione sembrerebbe ormai quasi del tutto risolta. Ancora non favorevole al piano industriale parrebbe però la FIALS.

Lo spettro della liquidazione si è comunque allontanato parecchio; la FIALS è ormai in netta minoranza e lo staff del Teatro dell’Opera di Roma, presto chiamato ad esprimersi tramite referendum sulla questione, ha già mostrato di non avere altro da obiettare.

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