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Calcio scommesse: Bufera e 17 arresti, Doni e Sartor in manette!

Calcio scommesse: Bufera e 17 arresti, Doni e Sartor in manette!

L’indagine di Cremona sembra non avere fine. Dopo i 16 arresti di giugno, l’associazione criminale che scommetteva sulle partite falsate, non aveva smesso di agire. All’alba di questa mattina sono scattate le manette per altre 17 persone in un nuovo filone dell’inchiesta della Procura di Cremona sul Calcioscommesse.

I destinatari dei provvedimenti sono 7 italiani, tra cui l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, 7 slavi e 3 singaporeani. Tutti gli arrestati sembrano essere appartenenti a un’organizzazione dedita alla ‘combine’ di partite di calcio sia in Italia che all’estero.

Gli indagati dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. La prima parte dell’inchiesta, in realtà era “solo la punta dell’iceberg di un fenomeno assai piu’ vasto che manovra in profondita’ il mondo delle competizioni calcistiche”, afferma il Gip di Cremona, Guido Salvini, nell’ordinanza.

Doni, questa mattina prima dell’arresto, avrebbe addirittura tentato la fuga, dopo aver aperto ai carabinieri. L’ex capitano dell’Atalanta, era “un autentico protagonista” del giro di scommesse illecite e di corruzione arrivando fino alla minaccia e denaro versato per “non parlare”. Tra i protagonisti dell’inchiesta c’è anche l’ex calciatore Luigi Sartor, detto ‘il contabile’, che intratteneva i contatti telefonici con il ‘gruppo di Singapore’, che a sua volta si avvaleva come braccio operativo del ‘gruppo degli zingari’.

Sartor sarebbe stato anche il contatto dell’ex calciatore Beppe Signori, coinvolto nella prima fase dell’operazione ‘Last bet’ per delle giocate effettuate a Singapore. Questo nuovo filone e’ partito da un tentativo di ‘combine’ sulla partita di Coppa Italia Cesena-Gubbio del 30 novembre scorso. Secondo quanto ricostruito a capo dell’organizzazione, nata nel 2007-2008, c’era Tan Seet Eng, di Singapore; la rete arrivava in Finlandia, Germania, Ungheria, Croazia, Slovenia e Macedonia.

Secondo quanto emerso, i risultati venivano combinati direttamente con i calciatori alla vigilia delle partite: emissari slavi si recavano nei ritiri delle squadre e poi direttamente sul campo per indirizzare le scommesse. Secondo Sergio Lo Presti, capo della Mobile di Cremona: “Il sistema si estendeva man mano che i giocatori cambiavano squadra e a loro volta contattavano altri compagni infedeli”.

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