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Consiglio dei Ministri: novità su giustizia, scuola e rapporti istituzionali

Consiglio dei Ministri: novità su giustizia, scuola e rapporti istituzionali

A conclusione del Consiglio dei Ministri di ieri, il Premier Matteo Renzi si concede alla stampa per illustrare le intenzioni del Governo sui temi più caldi in vista dei Mille Giorni (per i quali sono stati mostrati il logo e lo slogan Passo Dopo Passo, ad indicare che per cambiare il Paese non basta una sola legge).

Ampio spazio viene concesso alla presentazione dello Sblocca Italia, poi il discorso scivola su altri argomenti come la riforma della giustizia, i salari e l’occupazione, la scuola e i rapporti tra le istituzioni.

Renzi sottolinea ancora una volta che il famoso bonus degli 80 euro verrà confermato e che i salari dei lavoratori non verranno tagliati come invece suggeriscono diversi autorevoli economisti; sull’occupazione il Presidente del Consiglio ammette di essere preoccupato e poi aggiunge di non credere che un decreto sia in grado di creare posti di lavoro.

Tra le novità in arrivo viene sottolineato il disegno di legge delega per modificare il codice degli appalti in modo che anche in Italia vengano applicate le stesse regole vigenti nel resto d’Europa. Sulla giustizia civile dobbiamo attenderci una vera e propria rivoluzione che porterà ad avere processi dai tempi certi (meno di un anno per le cause civili) e al dimezzamento dell’arretrato.

La riforma della giustizia introdurrà la responsabilità civile dei Magistrati e delle norme su falso in bilancio, autoriciclaggio e sulle intercettazioni (non si vuole mettere il bavaglio alla pubblicabilità, ma difendere le sfere personali).

La prossima settimana verrà presentata anche la riforma della scuola: il programma è pronto e pare che non ci siano problemi per le coperture, anche perché il progetto partirà dal 2015. La riforma sarà la suggellazione di un patto con famiglie e insegnanti, il cui lavoro deve poter essere valutato.

Per quanto riguarda i rapporti con la UE, Renzi assicura che non verrà violato il 3% e che non verrà fatta richiesta di maggiore elasticità (che già c’è), che dovrà essere utilizzata in modo migliore. L’Italia rispetterà il patto di stabilità, ma dovrà essere un patto di stabilità e di crescita.

La conferenza stampa post Consiglio dei Ministri si chiude con l’assicurazione da parte del Premier che non esiste una battaglia contro la UE, anche se è indiscutibile che negli anni l’Italia ha dato più di quanto abbia ricevuto, e che non esistono neanche problemi all’interno del Governo, negando i contrasti con i Ministri.

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