ULTIME NEWS
Home > Economia e Finanza > Riforma pensioni: aggiornamenti su esodati, precoci e Quota 96
Riforma pensioni: aggiornamenti su esodati, precoci e Quota 96

Riforma pensioni: aggiornamenti su esodati, precoci e Quota 96

Mancano ormai pochissimi giorni alla presentazione della Legge di Stabilità e, sebbene dal Governo non arrivino segnali positivi in questo senso, sono in molti a sperare che possa portare con sé una riforma pensioni completa e ben fatta: è la speranza dei lavoratori precoci, dei Quota 96 e degli esodati.

Per quanto riguarda i precoci l’attenzione è tutta rivolta alle nuove forme di pensione anticipata di cui negli ultimi mesi il ministro Poletti ha più volte parlato; lo strumento dello scivolo pensionistico permetterebbe invece agli esodati (e più in generale a coloro che hanno compiuto i 60 anni e sono rimasti senza lavoro) di accedere in qualche modo alla pensione, ma in realtà nessuna di queste soluzioni ha trovato finora reali speranze di concretizzarsi.

Le speranze ormai le hanno quasi perse i Quota 96, cioè i 4000 insegnanti bloccati sul posto di lavoro dalla riforma Fornero nonostante abbiano già raggiunto e superato i requisiti per uscire dal mondo del lavoro, che giusto due giorni fa si son sentiti dire dal ministro Giannini che per loro ci sarà una dismissione dalla docenza diretta con inserimento nell’organico funzionale.

Anche Francesco Boccia, che è il presidente della Commissione Bilancio della Camera aveva chiarito che per i Quota 96 la soluzione definitiva sarebbe arrivata solo nel 2015: per ora si dovranno accontentare dell’addio alle cattedre e dei nuovi incarichi organizzativi e funzionali.

Da quando è entrata in vigore la riforma pensioni firmata dall’ex ministro Fornero, lo Stato ha speso qualcosa come undici miliardi e mezzo in salvaguardie (la sesta ha già ricevuto il via libera da Camera e Senato): anche pensandola dal lato della finanza pubblica emerge il fatto che una rivoluzione strutturale è necessaria e urgente.

Il discorso sul pensionamento anticipato (cioè l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni con 35 anni di contributi in cambio di una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai requisiti attualmente in vigore) incontra l’insormontabile muro rappresentato dall’assenza di risorse: il provvedimento non potrebbe essere allargato a tutti gli interessati, ma è possibile che venga concesso esclusivamente ai casi di maggiore necessità.

About Fabio Porpora

Lascia un commento