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R4WO, un trimarano studia  la plastica nei mari

R4WO, un trimarano studia la plastica nei mari

Un mare di plastica. Tutto da esaminare. Questo l’obiettivo della missione scientifica Race for Water Odissey (R4WO), la spedizione salpata lo scorso 15 marzo da Bordeaux e giunta in questi giorni alle Bermuda. Scopo della missione, al bordo di un trimarano, è quella di fare l’inventario di tutti i tipi di plastica che alimentano le 5 gigantesche pattumiere marine createsi al largo degli oceani della Terra.

Gli esperti li chiamano gyres o vortex, i profani isole di plastica: originatesi dalle correnti presenti negli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, rappresentano un annoso problema con cui l’umanità sarà costretta a confrontarsi immediatamente e per i prossimi anni.

La spedizione, che sarà impegnata nelle undici tappe serrate del programma, vuole far conoscere al mondo tutta la plastica che sta soffocando i nostri mari nelle città più vicine alla rotta. Si stima che l’80% dell’immondizia dispersa in mare sia plastica, qualcosa come 260 milioni di tonnellate.

I rischi derivanti da una tale massa di rifiuti sono sotto gli occhi di tutti: oltre a danneggiare ecosistemi e colpire i delicati animali marini, la plastica può tranquillamente entrare nella catena alimentare e arrivare all’uomo attraverso i pesci dopo aver rilasciato veleni pericolosissimi come tfalati, PCB, ritardanti di fiamma.

La spedizione, che costa fra i 2.5 e i 2.8 milioni di euro, batte anche “bandiera” italiana: sul trimarano c’è anche Marco Simeoni, presidente della Race for the water foundation e mecenate salva-mari di origini italo-svizzere e finanziatore dell’impresa scientifica.

In questi giorni il trimarano di 21 metri è sulla rotta per New York. Le tappe successive saranno Canale di Panama, Valparaiso, isola di Pasqua, Palmyra, Hawai, Midway, Wake, Isole Marianne, Tokyo, Shangai, Koror, arcipelago di Chagos, Rodrigues, Città del Capo, Tristan da Cunha, Rio de Janeiro, Capo Verde per poi riavviarsi verso casa.

Oltre a fare ricerche nelle varie località – alcune sono isole remote e/o disabitate – l’equipaggio parlerà anche con le popolazioni locali per capire come gestire il problema dei rifiuti di plastica che arrivano sulle loro coste.

Dopo il rientro, previsto il 4 dicembre a Bordeaux, dopo nove mesi di navigazione, i dati raccolti verranno esaminati dall’EPFL (Swiss Federal Institute of Technology) di Losanna, mentre la mappatura delle spiagge, effettuata dal drone (eBee), verrà analizzata dalle Università americane di Duke e Oregon.

Sul sito http://www.raceforwater.com/ è possibile avere info più dettagliate sul progetto. Un tuffo negli abissi, in un mare di plastica che va ripulito al più presto.

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