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Strage al tribunale di Milano: prime ricostruzioni

Strage al tribunale di Milano: prime ricostruzioni

Sono le ore 11 di stamane, quando in una stanza al secondo piano del Tribunale di Milano avviene il massacro: un uomo spara uccidendo tre persone, tra cui un avvocato e il giudice Fernando Ciampi. L’assassino è Claudio Giardiello, immobiliarista 57enne originario di Benevento, imputato in un processo per bancarotta.

Il magistrato ucciso è il giudice della seconda sezione fallimentare del Tribunale di Milano Fernando Ciampi, chiamato nel 2009 a guidare ad interim la suddetta sezione.

L’avvocato, colpito in aula durante l’udienza, è Lorenzo Alberto Claris Appiani. La terza vittima è Giorgio Erba, che sarebbe un coimputato di Giardiello.

Ferito anche Davide Limongelli, socio di Giardiello nella società “Magenta Immobiliare” di Milano, presente in aula a sua volta come coimputato. Per fortuna scongiurata la notizia di una quarta vittima.

Giardiello è rimasto arroccato all’interno del Palazzo di Giustizia, successivamente evacuato; è riuscito a far perdere inizialmente le sue tracce e a fuggire in moto, ma è stato poi arrestato dai Carabinieri nella zona di Vimercate (Monza e Brianza).

Subito dopo l’episodio centinaia di persone si sono riversate in strada davanti alle diverse uscite del tribunale. «Ci siamo asserragliati nell’aula, appena sentiti gli spari», ha raccontato l’avvocato Roberto Faletti, che era in udienza in un’aula accanto a quella dove l’omicida ha sparato. «I carabinieri ci hanno detto di restare chiusi nell’aula e di non muoverci – ha aggiunto – eravamo in sette, compresi il giudice e il pm».

Il suo ex legale, avv. Valerio Maraniello, lascia però trapelare qualche problema psicologico: «È una persona sopra le righe, ingestibile come cliente perché non ascoltava mai i consigli. Era uno che pensava che tutti lo volessero fregare, era paranoide».

L’avvocato Maraniello ha spiegato di avere difeso Giardiello fino ad un paio di anni fa e poi di avere lasciato il mandato proprio perché era un cliente ‘difficile’.

A quanto pare, Giardiello sarebbe entrato mostrando un tesserino falso da un ingresso laterale del Palazzo e dalla porta riservata all’accesso di magistrati, avvocati e cronisti. «Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato» – queste le parole pronunciate al momento dell’arresto, avvenuto in un centro commerciale di Vimercate, e dopo il quale Giardiello ha avuto un morale ed è stato trasportato in ospedale.

Pare che lo stesso Giardiello fosse pronto a uccidere anche altre persone. La pistola con cui ha sparato i 13 colpi che hanno terrorizzato il Palazzo di Giustizia di Milano aveva inspiegabilmente superato indenne i metal detector del tribunale – tutti funzionanti, secondo prime indiscrezioni.

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