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Apre oggi il labirinto più grande del mondo: a Parma 7 ettari di straordinaria bellezza grazie all’editore Ricci

Apre oggi il labirinto più grande del mondo: a Parma 7 ettari di straordinaria bellezza grazie all’editore Ricci

A Fontanellato (Parma), l’editore emiliano Franco Maria Ricci ha fatto costruire un labirinto con piante di bambù di specie diverse e nel mezzo tanta cultura: una struttura di 7 ettari che inaugurerà ufficialmente domani.

Nei 7 ettari del parco labirinto, liberamente ispirato all’immagine borgesiana, saranno ospitati vari plessi culturali per un’estensione di oltre 5mila metri quadrati: un museo (per la collezione di oltre 500 opere che Ricci possiede, ndr), una biblioteca (dedicata a opere grafiche e tipografiche: ospiterà i 1.200 libri stampati da Giambattista Bodoni, oltre a 15mila volumi di storia dell’arte, ndr), una casa editrice (la già nota Ricci Editore, che il proprietario ha venduto nel 2004 per finanziare il progetto e ora ha ricomprato, ndr), una sala delle feste e dei balli, la piazza di un borgo con la sua chiesa, una torre belvedere.

L’editore ha confessato cosa, e chi, lo hanno ispirato nel progettare questa imponente e straordinaria opera a cielo aperto: «Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges».

Una magnifica ispirazione, quella fornita a Ricci da uno dei più grandi intellettuali del XX secolo. L’editore ha ammesso poi direttamente sul suo sito: «Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità.

Il Giardino, o Eden, incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà».

Dai primi di giugno tutta la struttura del Labirinto della Masone sarà aperta al pubblico: le maestranze stanno completando gli ultimi ritocchi, tra cui riprodurre sulle pareti i motivi floreali dei damaschi, e trasferire nelle sale del museo i 400 pezzi della collezione d’arte che Ricci cominciò a raccogliere più di 50 anni fa.

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