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Elezioni comunali, il PD perde Venezia. In totale 6-4 per il centrodestra

Elezioni comunali, il PD perde Venezia. In totale 6-4 per il centrodestra

Dai ballottaggi per le elezioni comunali di ieri, è giunto un altro segnale inquietante per il PD, che perde Rovigo, Chieti, Nuoro, Matera, Arezzo e soprattutto Venezia.

Al centrosinistra vanno invece Lecco, Mantova, Macerata e Trani. A Fermo vince il candidato sindaco sostenuto dalle civiche. Buon risultato per il Movimento 5 Stelle, che vince nei tre comuni in cui si era presentato al ballottaggio: Porto Torres, Venaria Reale e Quarto.

In questo secondo turno delle comunali erano chiamati alle urne oltre 2 milioni di elettori in tutt’Italia. Affluenza però in calo rispetto al primo turno: 47,1%, rispetto al 63,21 per cento di due settimane fa.

6-4: questo il “punteggio elettorale” nella sfida tra centrodestra e centrosinistra: il PD ha perso in cinque capoluoghi di provincia, strappando solo Mantova.

Se non è una disfatta totale, di certo è un duro colpo per il Partito Democratico. Specie a Venezia, dove Felice Casson – senatore ed esponente storico della sinistra PD in laguna – non è riuscito a battere l’imprenditore berlusconiano Luigi Brugraro, arrivato al 53,21%.

Sul voto ha inevitabilmente pesato lo scandalo Mose e l’arresto dell’ex sindaco dem Giorgio Orsoni, arresto che ha portato al commissariamento del comune lagunare. Renzi per ora non commenta, ma i suoi della direzione per stavolta non festeggiano.

«Stanotte non brindiamo, brucia la sconfitta di Venezia, come quella di Arezzo, Fermo, Matera e Nuoro» ha detto in un’intervista a Repubblica il vice segretario PD, Lorenzo Guerini, che ha anche ammesso: «Mafia Capitale non avvicina i cittadini alla politica e, credo abbia avuto anche qualche conseguenza sul nostro elettorato che si è sentito tradito da coloro i quali hanno sbagliato e che non troveranno più posto nel Partito democratico».

Il PD sembra francamente in difficoltà anche laddove ha vinto. Tipo a Giugliano (NA), dove è diventato sindaco il candidato Antonio Poziello, sconfessato dal partito intero ma tenuto sulla barra di comando del neogovernatore De Luca nonostante il rinvio a giudizio.

La geografia della sconfitta parte dal Nord: il Carroccio vince a Rovigo con Massimo Bergamin. Ad Arezzo, dopo 20 anni di governo di sinistra, si cambia: a vincere al fulmicotone è Alessandro Ghinelli della coalizione di centrodestra.

Sconfitta pesante per il PD anche nella rossa Nuoro: il primo cittadino uscente, Alessandro Bianchi, non riesce a riconfermarsi e finisce poco più su del 30%; lo sfidante Andrea Soddu appoggiato da quattro civiche più il Partito Sardo d’azione, sfiora il 70%.

Lo scossone alla leadership renziana del partito arriva pure da Matera: il sindaco uscente Salvatore Adduce, in quota PD, viene sconfitto dallo sfidante Raffaello De Ruggieri, candidato pure da qualche lista civica di centrosinistra.

Centrosinistra confermato invece a Trani, dove Amedeo Bottaro è attorno al 75 per cento, e a Macerata, dove Romano Carancini sfiora il 60%; ma nelle Marche il Pd registra la sconfitta di Fermo, dove viene eletto l’ex assessore Paolo Calcinaro, sostenuto da liste civiche. Poco più giù, a Chieti, vince ancora il centrodestra con Umberto Di Primio.

Le uniche buone notizie per il Pd arrivano dalla Lombardia, dove si impongono nettamente Mattia Palazzi a Mantova (dopo che l’ex giunta Sodano è stata travolta da scandali per corruzione e peculato) e Virginio Brivio a Lecco.

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