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Massacro Srebrenica, vent’anni dopo la Bosnia non dimentica

Massacro Srebrenica, vent’anni dopo la Bosnia non dimentica

Vent’anni fa a Srebrenica, in Bosnia, il massacro di 8.372 musulmani, compiuto dalle armate di Ratko Mladic. Oggi giornata di lutto nazionale e commemorazione in tutto il Paese.

Quello compiuto nella città bosniaca resta una delle pagine più turpi di tutta la storia del XX secolo, il più grande massacro in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale: più di 8.000 persone, tutti uomini e bambini di religione musulmana, furono spazzate via dalla furia omicida delle truppe della Vojska Republike Srpske (Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina) guidate dal generale Ratko Mladić, con l’appoggio dei gruppi paramilitari guidati da Željko Ražnatović, più noto come la Tigre Arkan.Resti umani in una fossa comune di Srebrenica

Gli individui maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per procedere allo sfollamento; tutti furono in realtà sterminati e gettati in fosse comuni.

Si era in piena guerra civile di Bosnia-Erzegovina (1992-95), uno degli innumerevoli conflitti che ha flagellato i Balcani durante tutto il Novecento.

Nel 2007 il Tribunale penale Internazionale per l’ex Jugoslavia ha riconosciuto il massacro di Srebrenica come genocidio; in quell’occasione ha anche assolto la Serbia dalle responsabilità e disposto l’arresto dell’ex leader politico serbo bosniaco Radovan Karadzic e del suo capo militare Ratko Mladic.

Il teatro dell’orrendo crimine di guerra fu la zona protetta di Srebrenica che, al momento dell’attacco serbo-bosniaco, si trovava sotto la tutela delle truppe olandesi delle Nazioni Unite. Ciò non impedì che fossero perpetrate atrocScheda del massacro di Srebrenicaità contro l’inerme popolazione di Srebrenica. A 20 anni di distanza dal massacro di quel 11 luglio 1995 si continuano a seppellire corpi.

Come scritto da Avvenire.it un convoglio con 136 bare – contenenti i resti di vittime riesumate da fosse comuni e identificate nel 2014 – è partito dalla città di Visoko, vicino alla capitale Sarajevo, alla volta del mausoleo di Potocari, dove sono già state tumulate 6.241 persone.

Diverse centinaia di persone, tra cui molti familiari delle vittime, erano presenti alla partenza del convoglio, coperto con la bandiera bosniaca e ornato di corone di fiori.

Migliaia le persone che si sono raccolte nelle strade di Sarajevo per rendere omaggio alle 136 vittime del massacro da ultimo identificate: segno di una ferita lacerante non ancora chiusa nella memoria dei Balcani.

I feretri contenenti i resti delle vittime sono stati trasportati lungo la strada principale della capitale fino alla sede della presidenza. La solenne cerimonia di sepoltura è prevista oggi.

Su proposta del premier bosniaco Denis Zvizdic, il governo federale di Sarajevo ha deciso all’unanimità di indire per oggi la giornata di lutto nazionale. A Srebrenica sono in programma commemorazioni solenni per le migliaia di vittime, con la partecipazione di numerosi leader e rappresentanti internazionali e alla presenza prevista di oltre 50 mila persone.

A guidare la delegazione americana sarà Bill Clinton, presidente degli Stati Uniti all’epoca del massacro di Srebrenica e tra gli attori esterni di una guerra dai contorni molto più internazionali di quel che si credette allora. Per l’Italia sarà presente la presidente della Camera Laura Boldrini.

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