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Dopo due anni di crescita rimane stabile l’incidenza della povertà assoluta in Italia. È quanto certificato dall’Istat. Rimangono comunque in 4 milioni e 102 mila soggetti, ovvero il 6,8 per cento dell’intera popolazione, gli italiani che hanno meno del necessario per uno standard di vita minimo. Complessivamente sono 1 milione 470 mila famiglie, il 5,7 per cento del totale.
Il premier Matteo Renzi commenta i dati con un ‘sì è una buona notizia ma c’è ancora molto da fare, non sarò mai soddisfatto dei dati economici finché non torneremo ad avere veramente dei grandi dati di crescita’.
Più in dettaglio, sono 1 milione 866 mila coloro che risiedono nelle regioni del Sud, 2 milioni 44 mila sono di sesso femminile (6,6 per cento), 1 milione 45 mila sono dei minori (10 per cento), 857 mila hanno sono under 35 (8,1 per cento) e 590 mila sono invece anziani (4,5 per cento).
L’incidenza di povertà assoluta risulta essere in leggera flessione con riguardo ai piccoli comuni, passando dal 7,2 per cento al 5,9 per cento, e tra le famiglie formate da soli italiani, in calo dal 5,1 per cento al 4,3 per cento.
Livelli di povertà assoluta più alti si registrano per le famiglie con cinque o più componenti, il 16,4 per cento.
Per quanto riguarda invece la povertà relativa, stabile rispetto al 2013, lo scorso anno sono state 2 milioni 654 mila le famiglie che si trovavano in tale condizione (il 10,3 per cento), per complessivi 7 milioni 815 mila soggetti (il 12,9 per cento). Di questi, 3 milioni 879 mila sono risultati essere di sesso femminile, 1 milione e 986 appartententi alla categoria dei minori (19 per cento) e 1 milione 281 mila degli anziani (9,8 per cento).
