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Mare, 120mila posacenere sulle spiagge per evitare i mozziconi

Mare, 120mila posacenere sulle spiagge per evitare i mozziconi

Un piccolo gesto di civiltà per salvare il mare italiano. Lo scorso fine settimana sono stati distribuiti 120.000 posacenere su oltre 450 spiagge per evitare l’abbandono dei mozziconi sulla costa.

L’iniziativa, promossa dall’organizzazione Marevivo, ha riguardato anche le Aree Marine Protette e si è svolta lungo 8.000 km di coste italiane. Ogni estate meta di centinaia di migliaia di villeggianti e patrimonio, non solo turistico ed economico, da dover valorizzare a tutti i costi per la salvaguardia dei beni naturali.

La campagna, intitolata non a caso “Ma il mare non vale una cicca?” e che ha avuto come testimonial di questa settima edizione la nuotatrice Federica Pellegrini, ha visto la partecipazione di circa mille volontari che si sono armati di pazienza ed entusiasmo distribuendo posacenere lungo il mare italiano.

Centoventimila quelli distribuiti con una caratteristica: tutti tascabili e tutti lavabili, dunque riutilizzabili più e più volte. Il tutto per scongiurare il rischio di abbandono in mare di migliaia e migliaia di mozziconi che, messi in fila, coprirebbero la costiera adriatica dal Veneto all’Abruzzo per una distanza di oltre 550 chilometri.

La campagna della Marevivo si è avvalsa, come ogni anno, della collaborazione della JTI (Japan Tobacco International), oltreché del supporto del Sindacato Italiano Balneari, del sostegno del Corpo delle Capitanerie di Porto e del patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

Nell’occasione, è stato diffuso materiale informativo che illustra i tempi di smaltimento di tonnellate di rifiuti nell’ambiente marino e costiero (per un mozzicone di sigaretta i tempi “naturali” vanno da uno a cinque anni). L’obiettivo resta infatti quello di promuovere tra i cittadini una sempre maggior consapevolezza sui rischi di inquinamento marino dovuto all’imbecille pratica dell’abbandono dei rifiuti.

Lo stesso degrado delle spiagge italiane è dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, ai cattivi comportamenti degli stessi bagnanti, dei diportisti e dei navigatori che per incuria, negligenza, disinteresse o ignoranza continuano ancora a sporcare il mare. Che secondo loro non vale una cicca, mentre dovrebbe essere un patrimonio – pulito – di tutti.

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