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Codice d’onore – Recensione

Codice d’onore – Recensione

Nel dicembre del 1992 usciva il film Codice d’onore, con Tom Cruise, Jack Nicholson e Demi Moore. La pellicola fu diretta da Rob Reiner.

Nella base americana di Guantanamo a Cuba il marine Santiago viene ucciso durante un “codice rosso”, una specie di pratica di nonnismo. Cominciano subito le indagini condotte dal tenente Kaffee e dal tenente Galloway (Tom Cruise e Demi Moore). L’indiziato principale di aver ordinato il codice rosso è il colonnello Jesseth (Jack Nicholson). Il processo davanti alla corte marziale arriverà alla verità.

Nel film ci sono molti bravi attori. Oltre ai  tre protagonisti principali (Tom Cruise, Jack Nicholson e Demi Mooere) troviamo Cuba Gooding Jr, Kiefer Sutherland e Kevin Bacon (Footloose, 1986; Mystic River, 2003). Il regista è Rob Reiner. La produzione è affidata alla Columbia Pictures.

Quando l’indiscutibile colonnello Nathan Jesseth viene accusato di aver mandato ad uccidere il soldato Santiago scoppia una specie di scandalo. I marines quasi non accettano che uno di loro venga accusato. I due esecutori dell’omicidio non si sentono per niente in colpa e non vogliono chiedere uno sconto di pena “solo per aver fatto il loro dovere, che rifarebbero ancora”. In questo gioco di orgogli il tenente dei JAG Kaffee (Tom Cruise) deve fare chiarezza e convincere i due a farsi difendere. Memorabile la scena finale del film, in cui vi è il confronto fra Kaffee e Jesseth, uno scontro giuridico all’ultimo  cavillo…

Il film è stato girato in California, negli studi della Warner Bros e nella base militare americana di Guantanamo a Cuba. Ci sono ottime inquadrature esterne e la scenografia è impeccabile. La tensione, già alta, viene ancor più alzata dalle musiche, in parte create dal compositore tedesco Hans Zimmer. Un film avvincente e da non perdere per tutti coloro che amano l’intrigo giuridico e la suspence (e nel film ce n’è tanta!)

 

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