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L’ultimo samurai – Recensione

L’ultimo samurai – Recensione

Nel gennaio del 2004 usciva nelle sale cinematografiche italiane (dicembre 2003 negli Stati Uniti) il film L’ultimo samurai, con Tom Cruise e Ken Watanabe. La pellicola è diretta da Edward Zwick .

Nel Giappone del 1800 un imprenditore del Paese del Sol Levante decide di voler modernizzare il Paese con la costruzione di nuove ferrovie e città. Tutto ciò richiederà anche la creazione di un sistema di polizia e un esercito moderno. Per questo il vecchio sistema feudale, che si basava sul controllo dell’arte della guerra da parte di guerrieri specializzati al servizio dell’imperatore (i samurai), dovrà essere eliminato del tutto. Viene così chiamato dagli Stati Uniti il sergente Nathan Algren, esperto combattente che ha servito sotto il generale Custer e che dovrà adesso fare guerra ai samurai. Ma ad un certo punto viene da essi rapito e fatto prigioniero. E qui scoprirà diverse cose sul conto dei famosi guerrieri giapponesi.

Il film è diretto da Edward Zwick e  interpretato da Tom Cruise e dall’attore giapponese Ken Watanabe. La pellicola è prodotta dalla Warner Bros.

Il regista Edward Zwick ci porta nel mondo ottocentesco del Giappone pre-moderno, in un’epoca in cui il Paese del Sol Levante voleva modernizzarsi (chiedendo aiuto al Paese più moderno del mondo: gli Stati Uniti) e rinunciare a coloro che per secoli avevano mantenuto sicurezza e pace nell’arcipelago asiatico: i samurai. E proprio in virtù della modernità il Giappone sacrifica l’esistenza dei suoi più fedeli figli per portare il Paese nel “nuovo mondo”. Ma forse la smania di modernità non sarà un bene per coloro che avevano un grande passato e hanno deciso di rinunciarvi per scambiarlo con un consumistico futuro.

Nel film sono molto bravi i due attori protagonisti (Tom Cruise e Ken Watanabe), soprattutto nelle scene in cui si tengono i famosi “colloqui” tra i due personaggi da essi interpretati: il sergente Algren e il samurai Katsumoto. Da non perdere.

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