Il centenario della morte di Boccioni

Oggi cade il centenario della morte di Umberto Boccioni, l’artista futurista che divenne, all’epoca, un grande rappresentante dell’avanguardia del futurismo nell’Europa di inizio Novecento. Diversi studiosi lo hanno paragonato a Matisse o a Picasso. Boccioni fu un pittore, scultore e studioso di arte. Ha riflettuto molto sulla corrente del dinamismo plastico. Umberto Boccioni morì all’età di 34 anni, il 17 agosto del 1916, cadendo da cavallo mentre prestava il servizio militare durante la Prima Guerra Mondiale. Egli voleva combattere in prima linea, ma gli fu invece ordinato di rimanere in retroguardia, dietro le trincee. Subì il mortale incidente a Chievo, un quartiere di Verona.

Molte celebrità artistiche dell’epoca lo piansero: da D’Annunzio ad Apollinaire, da Puccini fino al duce Benito Mussolini, allora direttore del Movimento Popolo d’Italia. Il poeta Marinetti restò molto sconvolto dalla morte di Boccioni, tanto che iniziò a promuovere le sue opere.

Il museo Mart di Trento e Rovereto dedica a Boccioni una mostra che inizierà il 5 novembre e che presenta al pubblico le sue opere: i quadri e le sculture, nonchè le bozze su carta. Già nel marzo scorso c’è stata una mostra al Palazzo Reale di Milano sulle grandi opere dell’artista. A novembre è prevista l’uscita di un libro artistico intitolato Nuova Edizione del Catalogo Generale, curato da Maurizio Calvesi. E’ invece già uscito il libro Umberto Boccioni, l’artista che sfidò il Futuro, una biografia scritta da Gino Agnese.

Umberto Boccioni è nato il 19 ottobre 1882 a Reggio Calabria, dove i suoi genitori, originari dell’Emilia Romagna, si erano trasferiti per lavoro. Boccioni trascorse la sua gioventù prima a Catania e poi a Roma. Qui cominciò a lavorare come giornalista, ma poi sviluppò una grande passione per l’arte. Incontrò l’amico e maestro Giacomo Balla, che in un primo momento insegnò a Boccioni ma poi fu chiamato da lui nel Futurismo, abbandonando la pittura tradizionale.