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Risky business – Recensione

Risky business – Recensione

Nel 1983 usciva al cinema il film Risky business, con Tom Cruise e Rebecca De Mornay. Il film è diretto da Paul Brickman. La pellicola ha costituito il primo film da protagonista per l’attore Tom Cruise, facendolo diventare uno degli attori più famosi negli Sati Uniti, poco prima della consacrazione internazionale di Top Gun (1986).

A Chicago Joel è un giovane studente di liceo appena diplomato e che ha fatto richiesta di entrare all’università di Harvard. Una sera, mente è solo in casa insieme ad amici, decide di andare a fare un giro con la Porsche del papà, che è fuori per vacanza insieme alla madre. Durante la serata passata fuori incontrerà una giovane e affascinante prostituta che rischierà di essere uccisa dal suo capo. A quel punto Lana (la giovane donna) sale nella Porsche di Joel che, impaurito dall’accaduto, accelera e corre a casa. Il giorno dopo Lana, che ha trascorso la notte da Joel, chiede al ragazzo di farle un  grosso favore: mettersi in affari con lei gestendo un giro di prostituzione per non farla lavorare più per il suo ex capo, che la sera prima aveva tentato di ucciderla per divergenze di affari. Il ragazzo accetta e durante tutta l’estate gestisce alcune prostitute in casa sua, offrendo loro un posto dove “esercitare” e in cambio condividendo i guadagni. Joel sembra prenderci gusto e rinuncia ad andare all’università. Alla fine del film Joel dirà a Lana, durante una conversazione romantica, che se fosse andato all’università, si sarebbe perso il meglio della vita.

Il film è incentrato sul tema del “godersi la vita” (saper dire “ma che ca…o una volta ogni tanto”, come dirà un amico di Joel nel film). Alla fine del film persino Joel (Tom Cruise) capirà il valore di fare ciò che piace, non ciò che dovrebbe far piacere agli altri. Se si trova il coraggio di seguire i propri desideri senza pregiudizi si possono ottenere molte più soddisfazioni dalla vita, molte di più che se avessimo fatto qualunque altra scelta.

 

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