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Capitali all’estero: i soldi in Svizzera non sono più un segreto

Capitali all’estero: i soldi in Svizzera non sono più un segreto

La notizia che il denaro portato nelle banche svizzere non fosse più al sicuro è ormai un dato di fatto. Questo alla luce del fatto che, lo Stato elvetico sta siglando degli accordi bilaterali, che riguardano l’attenuazione del segreto bancario, rispetto agli Stati più industrializzati, i patrimoni e tutti i capitali, che sono stati portati nel territorio svizzero.

L’Italia in tal senso, attraverso il Consiglio dei ministri, ha varato un decreto sulla “volutary disclosure”, che tradotto significa autodenuncia. A seguito di questa rivelazione volontario, ci sarà una mini sanatoria che terminerà a settembre 2015, e che consentirà a tutti coloro che hanno portato soldi all’estero, e in questo caso in Svizzera, di poter regolarizzare la loro posizione. Dunque, è meglio dichiarare tutto beneficiando della sanatoria, oppure tentare la sorte? Prima di tutto è importante dire che la “voluntary disclosure” è nata per regolarizzare le attività patrimoniali e finanziarie, non per denunciare nessuno. Rispetto al passato, non ci sono imposizioni di imposte forfettarie, ma solo di quanto bisogna per intero versare al fisco italiano.

Per quel che concerne le sanzioni, queste sono ridotte della metà; infatti per coloro che pagheranno subito si potrà arrivare ad uno sconto fino al 66%. E’ importante sottolineare che le sanzioni possono arrivare anche fino al 100% dell’imposta evasa. E’ importante sottolineare che, se da una parte il Governo italiano spera di poter abbassare il cuneo fiscale attraverso questa operazione, si stima che si possano raggranellare fino a 20 miliardi, su ben 400 miliardi di capitali all’estero; dall’altra è anche vero che i banchieri svizzeri non hanno nessuna intenzione di “spifferare” tutti i segreti bancari. Anzi, possiamo dire che le banche svizzere si stanno già attivando per girare i loro clienti verso le filiali dislocate a Monte Carlo o a Singapore, dove ancora non vige nessuna regola che imponga gli interscambi informativi.

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