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Proteste contro la tradizione religiosa dell’Eid al-Adha, la festa islamica del sacrificio

Proteste contro la tradizione religiosa dell’Eid al-Adha, la festa islamica del sacrificio

La festa islamica del sacrificio avviene durante i giorni dell’Eid al-Adha, ovvero dal 1/o al 4 settembre, e prevede il sacrificio di un ovino, un caprino, un bovino o un camelide mediante sgozzamento. Viene, infatti, recisa la giugulare per permettere la fuoriuscita del sangue “impuro”, e, secondo il rito, questa pratica deve avvenire per mano di un uomo adulto “in stato di purità legale”, e senza il preventivo stordimento dell’animale. Il rito serve a ricordare il passo religioso sulla dura prova di Abramo, quando Dio gli ordina di sacrificare il figlio Isacco per mettere alla prova la sua fede; e mentre Abramo sta per compiere il sacrificio, un angelo lo ferma e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. Il rito islamico si conclude, poi, offrendo un terzo della carne a molte famiglie bisognose.

In Italia, contro la crudeltà della macellazione rituale senza stordimento, si sono scagliati con proteste e raccolte di firme, per chiedere alle autorità italiane di abolire questa pratica, ong animaliste e il M5S, il portavoce alla Camera del Movimento Cinque Stelle, Paolo Bernini chiede che venga abolita la deroga alle norme sui macelli che permette la macellazione rituale islamica. Inoltre, ha specificato che il loro interesse verso questa causa non è dettato da un sentimento di discriminazione religiosa ma dal rispetto che si deve ad ogni animale. Mentre la ong Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente) chiede ai sindaci che venga disposto il divieto almeno sulle macellazioni rituali in casa, che sono illegali sotto il profilo igienico, si tratta dei cosiddetti “sgozzamenti di condominio”, ovvero macelli organizzati in casa, con evidenti rischi igienici.

La ong animalista Animal Equality ha raccolto firme per chiedere la messa al bando di questa pratica. Ha dichiarato che “In alcuni stati come Norvegia, Svezia, Islanda e Liechtenstein, sono già state poste forti limitazioni alla macellazione rituale religiosa, mentre invece in Polonia, in Danimarca, in alcuni stati federali dell’Austria e Svizzera è già stata completamente messa al bando”. Nel resto d’Europa, l’associazione animalista belga Gaia ha iniziato una campagna contro la sofferenza degli animali sottoposti al rito, attraverso l’affissione di 250 manifesti in tutta l’area metropolitana, in cui è rappresentata una pecora che versa una lacrima di sangue, ovvero simbolo della sofferenza causata dallo sgozzamento senza stordimento.

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