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Inquinamento mari: granchi rivelano presenza microplastiche e rifiuti

Inquinamento mari: granchi rivelano presenza microplastiche e rifiuti

L’inquinamento dei nostri mari, purtroppo, è una realtà ormai innegabile; secondo i più recenti studi, determinati animali, ad esempio i granchi, spesso rivelano la presenza nei fondali di microplastiche e rifiuti solidi di vario tipo.

Se da un lato ciò potrebbe rappresentare un vantaggio (basterebbe analizzare un discreto campione di granchi per verificare il tasso di inquinamento di una distesa d’acqua), dall’altro questo dato risulta particolarmente inquietante se si pensa che di questi animali ci si può anche nutrire.

L’Università di Glasgow avrebbe evidenziato nei granchi una certa sensibilità all’inquinamento prodotto da tutti quegli oggetti in plastica la cui dimensione è sufficientemente trascurabile e che, gettati in acqua, tenderebbero a sedimentare o peggio ad unirsi al plancton.

I granchi, così come altri animali, finirebbero per respirare le microplastiche o nutrirsene. Ciò significa che questa materia di scarto verrebbe prima ingerita da loro e poi anche dagli esseri umani. Le citate sostanze, sicuramente dannose per gli organismi, avrebbero lunghi tempi di smaltimento.

Da una campionatura di granchi o vermi, dall’analisi del loro corpo, ecc. sarà possibile stabilire se e quanto un determinato mare è più o meno inquinato e se le attuali norme in merito alla discarica e allo smaltimento dei rifiuti vengano adeguatamente rispettate.

Al vaglio degli studiosi sono anche altri cambiamenti legati al mancato riciclaggio delle plastiche; tra gli effetti di questo particolare tipo di inquinamento, si può citare l’alterazione dei biosistemi e la formazione di nuove tipologie di “sassi” dati dall’unione di plastica ed altre sostanze.

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