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Papa Francesco ricorda il massacro armeno, Turchia convoca ambasciatore ad Ankara

Papa Francesco ricorda il massacro armeno, Turchia convoca ambasciatore ad Ankara

Gli armeni lo chiamano “Il Grande Male”. È uno dei genocidi più sanguinosi, e peggio passati sotto silenzio, che la storia ricordi. Eppure, praticamente a un secolo di distanza dal martirio in cui perirono centinaia di migliaia di armeni per mano turca, Il Grande Male fa ancora discutere ed è oggetto di imbarazzi a stento repressi da Ankara.

È per questo che l’ambasciatore del Vaticano in Turchia è stato convocato dal ministero degli esteri di Ankara per riferire sulle dichiarazioni odierne del Papa: lo ha annunciato all’Ansa il nunzio apostolico Antonio Lucibello. Come riferito dallo stesso monsignore, le autorità turche hanno espresso «il loro disappunto» per le parole del pontefice.

Mal digerite le cose dette da papa Francesco durante la messa di stamane: il pontefice aveva infatti parlato di quello del massacro armeno come del «primo genocidio del XX secolo».

L’occasione è stata la messa tenuta stamattina in San Pietro il centenario del “martirio” (Metz Yeghern) armeno; nella cerimonia papa Francesco ha proclamato “Dottore della Chiesa” San Gregorio di Narek. La proclamazione a dottore del poeta, monaco, teologo e filosofo mistico armeno, vissuto tra il 951 e il 1003, è stata accolta da un lungo applauso dei fedeli armeni presenti in basilica.

Tante le autorità religiose e politiche del mondo armeno intervenute, a iniziare da Nerses Bedros XIX Tarmouni, patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici che ha concelebrato con il papa.

C’erano anche Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni, e Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia, oltre che il presidente della Repubblica di Armenia, Serzj Sargsyan, che negli scorsi aveva rilasciato un’intervista anche al GR1, ricordando il terribile massacro abbattutosi sul popolo armeno.

La “chiamata” del governo turco testimonia il fastidio sulla vicenda e riapre una ferita mai cicatrizzatasi del tutto: da quasi un secolo la notizia sulla deportazione ed eliminazione di circa 1.200.000 persone di nazionalità armena, compiuta ai primi del Novecento, viene continuamente ostacolata da Ankara.

La Turchia infatti continua a negare che quello del 1915-16 sia stato un genocidio e combatte una guerra diplomatica e mediatica ossessiva per impedire che il Grande Male venga riconosciuto all’estero da un numero crescente di Stati. Per ora sono 21 gli Stati in tutto il mondo che hanno riconosciuto il genocidio.

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