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Più tutela e più legalità nel gioco: si può fare

Più tutela e più legalità nel gioco: si può fare

Inutile sottolineare la profonda delusione che si è concretizzata con il mancato accordo in Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali per la riforma del gioco e dei casino online: riforma che secondo la Legge di Stabilità avrebbe dovuto avvenire entro il 30 aprile 2016 e che si è procrastinata sino al 30 aprile 2017 (dopo un anno esatto), data nella quale il Governo (attuale) cercherà di chiudere questa trattativa. Anche se si ha una grande fiducia nell’Esecutivo, qualche perplessità e qualche dubbio sulla concreta realizzazione di questo riordino esiste ancora troppe incertezze, troppe perplessità, troppe recriminazioni e troppe “personalizzazioni” da parte degli interessati per poter far onestamente credere che questa riforma rispetterà, almeno, quest’ultima prossima data.

Quindi, fiducia nell’operato del Governo, nelle leggi che si andranno ad approntare, ma bisogna anche pensare che ogni individuo che si avvicina al gioco dovrà mettere in campo la volontà per autoregolamentarsi nei suoi confronti, altrimenti non ci saranno regole che tengano. Il gioco lecito ha necessità di regole nazionali ed uniformi su tutto l’italico territorio e qui esiste proprio lo scontro con le Regioni che autonomamente vogliono organizzare i “propri” territori con le “proprie” esigenze: la questione territoriale è uno scontro titanico che fino ad ora ha portato solo ritardi, contestazioni e perplessità.

L’obbiettivo comune dovrebbe rimanere sempre e comunque quello di “disincentivare” il gioco, pur ribadendo la necessità di una cooperazione maggiore tra gli Enti Locali, l’Esecutivo, la filiera di settore, le associazioni, i cittadini. L’elaborazione di strategie congiunte che arrivino a questo scopo sono indispensabili per contrastare il gioco problematico e valutare correttamente l’impatto sociale del fenomeno del gioco d’azzardo nelle realtà del territorio. E poi bisognerebbe anche studiare, e mettere in campo, le migliori misure per tutelare il giocatore, la legalità, gli operatori che agiscono a nome e per conto dello Stato.

Le leggi e le normative ci sono: probabilmente, il territorio dovrebbe essere meglio monitorato e controllato e questo darebbe più garanzie sia al cittadino “normale” che al cittadino “giocatore”, che all’Erario che agli stessi operatori leciti.
Ormai tutti sanno che per il mondo dei casino legali online sono messi in atto accorgimenti “particolari” a tutela degli “utenti”: i distanziometri e gli orari di funzionamento delle apparecchiature da intrattenimento che costituiscono dei deterrenti importanti, ma ciò che potrebbe essere veramente importante è la cultura del gioco ed il suo relazionarsi che ancora oggi sono strategie non applicate correttamente e per questo non sortiscono gli effetti sperati. Il sapere cosa si “incontra” quando si gioca, e cosa potrebbe provocare avvicinarsi al gioco senza tanta responsabilità, sono gli strumenti che andrebbero maggiormente “sponsorizzati” e quelli che avrebbero più risultati positivi.

Si è dimostrato in questi anni che il gioco ha portato all’Erario cifre importanti delle quali, al momento, lo Stato non può fare a meno, ma è arrivato certamente il momento di porre dei limiti in quanto lo Stato non deve assolutamente “incentivare” il gioco e non può nel contempo “dipendere” dalle sue entrate: eticamente non era giusto prima, e non è giusto ora, bisogna rendersene conto. Le entrate sono state e sono non indifferenti, ma per questo lo Stato non può dimostrarsi così “dipendente”: è una mancanza di rispetto nei confronti dei suoi cittadini, tutti compresi, quelli che giocano e quelli che non lo fanno e sono “avversi”.

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