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Emergenza acqua: gli alimenti che necessitano troppo oro blu
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Emergenza acqua: gli alimenti che necessitano troppo oro blu

Emergenza acqua in tutto il mondo. A dirlo è l’indagine condotta dalla Water Footprint Network (WFT), che ha determinato la cosiddetta “impronta idrica” di alcuni alimenti.

La produzione alimentare prevede l’uso di molta acqua: basti pensare all’irrigazione dei campi, all’allevamento intensivo e a tanti altri alimenti che prevedono l’uso del’oro blu, l’acqua appunto. Alcuni scienziati stanno iniziando a chiamarla in questo modo, perché negli anni a venire ci si aspetta che diventi più importante anche del petrolio.

Leggendo il report della Water Footprint Network si rimane sbalorditi dai numeri. L’associazione che tutela le risorse idriche mondiali ha fatto letteralmente i conti circa le produzioni di alcuni beni di largo consumo, al fine di sensibilizzare le persone ai grandi sprechi della risorsa più preziosa per gli esseri umani.

Per rendere meglio l’idea, la WFN ha stimato che per produrre un bicchiere di birra occorrono circa 74 litri di acqua, per coltivare un chilo di orzo servono circa 1.420 litri di acqua, mentre per ogni litro di malto si arriva a consumare circa 298 litri. Ancora un esempio. Per coltivare una mela servono 125 litri, mentre il succo che troviamo sugli scaffali dei supermercati necessita 1.140 litri per ogni litro. Nemmeno la carne di maiale è parsimoniosa. L’impronta idrica è stimata in quasi 6mila litri per chilo. A detenere questo negativo record, però, è il tè: servono 8.860 litri d’acqua per coltivarne un chilo.

L’indagine condotta dalla Water Footprint Network apre così uno scenario davvero preoccupante. Le risorse idriche del pianeta non sono infinite e presto si dovranno attuare delle soluzioni con le quali diminuire drasticamente l’uso di acqua nella produzione industriale degli alimenti.

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