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Tagli polizia, Roma e i campi rom

Tagli polizia, Roma e i campi rom

Da oggi, 1 luglio 2014, sono terminati i contratti della bellezza di 78 dipendenti di Risorse per Roma che lavoravano come portierato e sorveglianza in numerosi campi rom, in particolare in quelli di Castel Romano, Salone, Candoni, Gordiani, River, Barbuta, Cesarina e Lombroso.

La causa del mancato rinnovo risiede nei tagli al bilancio che non hanno dato la possibilità di trovare i 235 mila euro al mese che il Comune di Roma ha fino a questo momento dato a disposizione della società per assicurare la sicurezza negli otto centri a pericolo massimo.

Oltre ai dipendenti, tagli anche alle telecamere che monitoravano ingressi e uscite nei villaggi: infatti, esse smettono di funzionare perché non c’è nessuno a controllarle. Pertanto, addio sicurezza in situazioni pericolose: non ci sarà nessuno a rendere sicuri gli insediamenti o a inviare messaggi rapidi alle forze dell’ordine più potenti.

Senza dubbio, non si intende denigrare una razza a vantaggio di un’altra razza: il pericolo c’è a causa di persone italiane come di persone rom. Eppure, è un dato di fatto che in proporzione i rom causano maggiori problemi, e il rischio caos è elevato. Infatti, Campidoglio è già scoppiata la polemica per questi tagli.

Si ricorda che la bella iniziativa era nata tre anni fa grazie alla Giunta Alemanno ed aveva lo scopo di assicurare un controllo 24 ore su 24 negli otto villaggi della solidarietà: si pensa e si rifletta su questo dato, e cioè che al gennaio 2013 a quello del 2014, in un anno, sono arrivate a partire da questi otto campi 3198 segnalazioni alla Prefettura.

Pertanto, c’era bisogno di questi dipendenti e di questi sorveglianti: non sarà un caso che ieri per festeggiare è divampato un vasto incendio nel campo della Barbuta.

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