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Birth – Io sono Sean – Recensione

Birth – Io sono Sean – Recensione

Nel dicembre del 2004 (ottobre negli Stati Uniti) usciva il film Birth – Io sono Sean, con Nicole Kidman e Danny Houston, diretto da Jonathan Glazer.

Una donna rimane vedova in seguito alla morte del marito. Dopo diversi anni si risposa con un altro uomo, ma alla sua porta si presenta un bambino che afferma di essere la reincarnazione del suo ex marito. La donna non sa se crederci oppure no. Dopo diversi dialoghi con il bambino capisce che non può essere vero. Eppure una parte di sè continua a crederci, tanto che, verso la fine del film, tenterà il suicidio perchè non può continuare a stare con il suo rinato marito.

Il film è diretto da Jonathan Glazer e prodotto dalla New Line, una “costola” della Warner Bros. E’ stato girato interamente a New York, fra la quinta Avenue e Manhattan.

Gli attori presenti nel film sono Nicole Kidman e Danny Houston, con Cameron Bright nella parte del rinato Sean. Ottimi i dialoghi e la scenografia. Perfetta anche la sceneggiatura e la direzione del regista inglese Glazer.

Il film affronta un tema di tipo psicologico: la differenza fra il lato razionale re quello emotivo del cervello umano. Infatti il nostro cervello è diviso in un lato razionale ed uno emotivo: il lato razionale crede a ciò che è razionale e scientificamente provato, con prove concrete. Ma il lato emotivo no. Il lato emotivo crede a ciò che vuole credere, senza distinguere fra vero o falso, fra giusto o sbagliato.

E’ per questo che il personaggio di Anna (interpretata da Nicole Kidman) tenta il suicidio alla fine del film, in quanto una parte di sè (il lato emotivo del cervello) continua a credere al fatto che il bambino sia suo marito ed è disperata per il fato di non poter stare con lui. Un film molto psicologico da non perdere.

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