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Gioco: mancato riordino, ennesimo flop del governo?

Gioco: mancato riordino, ennesimo flop del governo?

Non si può evitare che qualche politico “in carriera” faccia le “pulci” al nuovo Esecutivo, sopratutto per quello che riguarda la tanto paventata riforma del gioco pubblico con la possibilità di giocare al casino. D’altra parte, questo argomento sembra essere l’unico che tiene all’erta tutta l’Italia e non vi è programma televisivo che non tocchi l’argomento: il gioco viene cavalcato come un potente destriero da esibire la cui bellezza colpisce senza ombra di dubbio, così come il suo carattere a volte ombroso e la sua potenza che, accattivante, incuriosisce e sollecita l’attenzione.

Quindi, secondo taluni, il mancato riordino del gioco sembrerebbe un ulteriore flop del Governo anche perché sono state spese tante giornate di lavoro, tante dichiarazioni, tanti programmi ed anche tante parole di speranza per questo settore. Settore che, neanche a dirlo, oltre a non avere la sua riforma ora dovrà subire, con la manovra-bis del Governo, una ulteriore tassazione che si mette in coda a tutte le altre sopportate negli ultimi recenti periodi: cosa che ha veramente ridotto allo stremo tutti gli operatori e messo in discussione tutte le loro certezze future.

E questo con la considerazione che è palese: lo Stato ha “spinto” il gioco oltre ogni misura, proponendolo ai cittadini e convincendoli a giocare, lasciando poi che questo dilagasse e si concretizzasse con il fenomeno che attualmente turba il nostro territorio, gli Enti Locali e gli stessi imprenditori che si sono accorti di essere in troppi, con troppa offerta e con poche certezze.
Questa legislatura, insieme alle precedenti, non è riuscita a portare a termine una trattativa che invece “doveva concludersi con un accordo”: l’attuale Esecutivo, oltre tutto, si rifiuta di prendere “solo ed in prima persona” decisioni unilaterali temendo di avere una coalizione di Enti Locali contro e così facendo… lascia andare il gioco sempre più alla deriva, ma vuole ancora -come sempre- recuperarne le risorse.

Che dire di questo Stato che tutto prende e poco distribuisce? Non sta certamente a chi scrive dare una risposta così importante: il compito di chi scrive è quello di riferire ciò che si legge come dichiarazioni, come notizia, come sensazioni o come idea personale che nulla però c’entra con la politica. La sensazione è che questo Stato, nella versione delle varie sue legislature, abbia veramente attinto tantissimo dal “pozzo del gioco e dai casino online nuovi, non possa più farne a meno, ma non riesca neppure più a gestirlo. Ma non vi riescono neppure le Regioni visto che con le loro ordinanze e regolamenti restrittivi hanno ottenuto quasi l’effetto contrario e stanno mettendo alle corde centinaia di imprese e migliaia di risorse.

Forse una presa di posizione ben delineata, a questo punto, ci starebbe proprio bene e sarebbe assolutamente necessaria per salvaguardare tutti, ma sopratutto la “faccia dello Stato” che, inutile dirlo, sta “perdendo tanti punti” e lascia i cittadini perplessi sulla sua latitanza in un argomento ed in una situazione tanto delicata come quella del gioco pubblico. Non si riesce a comprendere questo “girare la testa dall’altra parte” di fronte a ciò che succede nel settore ludico, settore che è una risorsa per tutta l’economia del nostro Paese, dal quale si è ricavato tanto e che sta piano piano morendo “di morte naturale” (quasi) come se a nessuno importasse di ciò che si perderebbe con la sua dipartita.

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