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Pensioni d’oro: dopo la Lombardia, anche la Toscana nell’occhio del ciclone

Pensioni d’oro: dopo la Lombardia, anche la Toscana nell’occhio del ciclone

In un momento in cui lo Stato ogni giorno chiede ai cittadini di stringere la cinghia, venire a conoscenza di certe notizie fa veramente rabbia. Mentre ci sono persone disoccupate, famiglie che sfiorano la soglia della povertà, e anziani che percepiscono meno di 500 euro di pensione, c’è chi si porta a casa un vitalizio d’oro.

Dopo la bomba scoppiata in Lombardia è la volta della Toscana, che ha portato alla luce i nomi e le pensioni dorate che percepiscono ex consiglieri regionali e i loro congiunti. Il totale di ciò che viene erogato ogni anno è pari a 4,5 milioni di euro, con un milione in più rispetto a quello che veniva dato quattro anni fa. Facciamo ora nomi e cognomi di questi pensionati d’oro, che gravano come sempre sulle spalle dei contribuenti. Partiamo da chi staziona nelle posizioni alte, ovvero chi occupa il gradino più alto del podio.

Si tratta di Stefano Passigli, che con i suoi 3.673 euro al mese netti, riceve il vitalizio più sostanzioso. Dietro il giurista del Pri, si colloca Pietro Ralli, con i suoi 3.653 euro, e a seguire l’ex presidente del consiglio Angelo Passaleva con 3.493 euro, e Michele Ventura, che addirittura mette insieme il vitalizio da consigliere, e quello da onorevole, portando a casa rispettivamente la bellezza di 3.450 euro netti e 4.795 lordi. Continuiamo questa lista con un socialista doc, che si è diviso tra l’assemblea toscana e quella romana, ovvero Lelio Logorio, che a fine mese incassa di pensione 2.537 euro e 3.518 euro. Supera la soglia dei 5 mila euro, sempre beneficiando del cumulo, Francesco Bosi, Giuseppe Matulli, ex sottosegretario Dc, mentre Riccardo Migliori porta a casa circa 7.300 euro al mese. Chiudiamo segnalando anche la stilista Chiara Boni che, grazie ad una sola legislatura, dove ha ricoperto la carica di assessore con Claudio Martini, riceve una pensione di 1.399 euro, così come l’ex presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Gabriello Mancini, che invece di euro ne riceve 1.454 euro.

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8 commenti

  1. franco cornacchia

    Scusate, una domanda..
    questi signori che oggi percepiscono queste pensioni, i relativi contributi li hanno pagati, o no?
    Perché se parliamo di solidarietà, allora tutti quelli che hanno di più è giusto che aiutino i più deboli ( ma per questo devono essere apprezzati, e non biasimati ), ma se parliamo di rendita di somme accantonate ( questi sono i contributi, no? ) allora una pensione di 4000 euro al mese significa solo che qualcuno ha versato per 40 o più anni un sacco di soldi, che oggi gli danno una rendita che dovrebbe essere garantita per legge.
    Ed allora, in questo caso, lo scandalo non è nel fatto che queste persone ricevano in forma di pensione ciò che hanno versato in forma di risparmio, quanto piuttosto che lo Stato, fra sprechi e ruberie, non riesce a garantire ai più poveri un trattamento economico di sostentamento dignitoso. E sbagliato?

  2. Davide Molino

    Secondo me, il fatto che crea scandalo non è proprio la pensione, che come giustamente fai notare, è frutto del versamento di contributi. Piuttosto il problema sta nel fatto che per aver versato TANTO, è evidente che sono stati guadagnati stipendi di quasi una decina di migliaia di euro al mese.. che per alcuni incarichi, sono piuttosto scandalosi.

  3. franco cornacchia

    La precisazione mi sembra giusta, ma conduce a ritenere che retribuzioni anche elevate, ma legittime, non possono dar vita che a pensioni elevate, anch’esse legittime ( e questo va dicendo la Cassazione ). Mettere un tetto alle retribuzioni ( ma attenzione, anche private, anche alle parcelle professionali, anche agli ingaggi di artisti e calciatori ), significa certamente ridurre le pensioni, ma per il futuro..
    Ridurre pensioni legittimamente costituite ( sempre che i contributi che le hanno create siano stati reali, e non virtuali ), ha il sospetto di un’ingiustizia colorata di demagogia e populismo..
    In alternativa si restituiscano i contributi improduttivi e si riducano le pensioni.

  4. Davide Molino

    Bhe qui si entra in un campo etico-filosofico non indifferente.. cosa dice che una retribuzione sia giusta-legittima per un determinato incarico? Bisognerebbe basarsi sui dati-produttività e stabilirne i criteri. Ma chi lo fa?

  5. franco cornacchia

    Chi lo fa ? lo fanno i contratti collettivi e la legislazione del lavoro, per l’impiego pubblico, per il privato, autonomo o dipendente, bisognerà trovare dei parametri ( suppongo che di nuovo debba e possa farlo la legge ), di etico-filosofico non c’è proprio nulla.
    .. ma il punto è che una qualsiasi regolamentazione, per il pubblico come per il privato, non può che redisciplinare la materia a venire, ma non modificare i rapporti già costituiti legittimamente, salvo a restituire una parte della contribuzione, che sarebbe a questo punto versata senza giusta causa.,

  6. Davide Molino

    Considerato ciò che ci vuole per piantare un palo della luce in questo paese, sarebbe troppo complicato un discorso simile.. senza parlare che lo stato è particolarmente allergico alla parola RESTITUZIONE..

  7. franco cornacchia

    Eh già … Grazie per la chiacchierata …

  8. Davide Molino

    Grazie a te. Ti aspettiamo su questo blog, magari per parlare di qualcosa di bello e positivo 🙂

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